
In Sicilia il lavoro irregolare non è una novità. A testimoniarlo è il report 2024 restituito dall’Inps regionale (istituto sociale della previdenza sociale) questa mattina, 4 febbraio presso la sede di Palermo. I risultati evidenziano un quadro preoccupante: 8.908 rapporti di lavoro irregolari, 5.131 fittizi e 577 in nero per oltre 62 milioni di euro di crediti accertati. L’istituto ha intensificato le sue attività di vigilanza in Sicilia, azioni messe in atto anche grazie l’ausilio dei corpi ispettivi di altri enti e le forze dell’ordine. Le indagini hanno mirato a colpire fenomeni di sfruttamento e evasione, in particolare in settori dove tali pratiche sono diffuse, uno tra questi le case di cura e di riposo.
“Rimane una percentuale estremamente preoccupante quella del 90% di irregolarità – ha dichiarato Sergio Saltalamacchia, direttore regionale Inps – e abbiamo verificato 8900 lavoratori irregolari e più di 500 lavoratori completamente in nero. Questi sono i settori su cui noi lavoriamo normalmente. Ovviamente il terziario rappresenta sempre la il settore che ha il maggiore assorbimento di manodopera circa i 66% in Italia altrettanto anche in Sicilia. Abbiamo voluto però verificare in particolare un settore che è quello delle case di riposo dove abbiamo visto il dato clamoroso: poco più di un dipendente in media per ogni casa di riposo. Un dato assolutamente fuori dalla realtà, dove addirittura la percentuale di irregolarità raggiungeva quasi il 100%.”
Case di cura e di riposo
Delle 45 strutture visitate su tutto il territorio regionale, in molti casi con la partecipazione del carabinieri (Nucleo ispettivo del Lavoro) e dei servizi ispettivi delle ASL, solo una è risultata regolare, mentre due ispezioni sono ancora in corso per la necessità di accertamenti di maggiore complessità. Quasi ovunque si riscontrano ore di lavoro non dichiarate, straordinari non pagati, retribuzioni inferiori ai minimi e pagamenti non tracciati. Estremamente diffuso il ricorso al lavoro nero, come pure le violazioni in materia di salute e sicurezza sul luogo di lavoro. Nei casi più gravi, è stato contestato anche il reato di caporalato.
Nel complesso, l’operazione ha portato all’accertamento di oltre 2 milioni di euro, incluse sanzioni, e alla scoperta di ben 88 lavoratori in nero. Non pochi, fra questi, i soggetti che risultano avere indebitamente percepito prestazioni come Naspi, reddito di cittadinanza o di inclusione. In molti casi, per non mettere a rischio la salute degli anziani ospiti, non è stato possibile disporre l’immediata sospensione dell’attività lavorativa, pur sussistendo tutti i presupposti di legge per l’applicazione di questa misura.
“I dati presentati oggi dall’Inps sono estremamente allarmanti e fotografano una realtà su cui occorre un impegno comune. Unico aspetto positivo è che l’aumento dei controlli consente di far emergere questo quadro”. Lo dichiara il segretario generale della Cisl Sicilia, Leonardo La Piana, commentando il report dell’Inps Sicilia presentato stamattina. “Ancora una volta -prosegue La Piana – si evidenzia che la povertà del lavoro è legata alla presenza di aree grigie in cui si registrano la mancanza di rispetto delle norme contrattuali e dunque, quasi per assioma, anche delle norme in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Niente è mai per caso, un’impresa che sceglie di essere inadempiente sugli aspetti contrattuali, spesso se non sempre lo è nell’ottemperanza alle regole di carattere generale”